Poeta e drammaturgo spagnolo. Proveniente da una famiglia
nobile di Madrid, frequentò la scuola dei Gesuiti e poi le
università di Alcalá (1614) e di Salamanca (1615-20), lasciando
gli studi di diritto canonico per quelli di letteratura. Ritornato nella
capitale, si mise ben presto in luce come poeta e drammaturgo. Nel 1622
partecipò a un concorso di poesia su Sant'Isidoro di Madrid e venne
notato da Lope de Vega, il cui ambiente cominciò a frequentare. Pochi
anni più tardi iniziò a dedicarsi al teatro e, alla morte di Lope
de Vega, Filippo IV gli affidò addirittura l'incarico di comporre drammi
per la corte. Per un certo periodo abbracciò la carriera militare,
dapprima nelle Fiandre (1628), poi in Francia (1638) e in seguito combattendo
contro la Catalogna insorta nel 1640. Dopo aver partecipato alla guerra in
Catalogna, addolorato per la morte del fratello e della donna amata,
inclinò sempre più verso la religione, nonostante un passato
costellato da episodi mondani. Nel 1651
C. prese gli ordini sacerdotali,
divenendo dapprima cappellano della chiesa di Los Reyes Nuevos di Toledo, quindi
cappellano di corte a Madrid nel 1663. Tre anni più tardi era primo
cappellano del re Carlo II. Per il resto della sua vita si dedicò alla
stesura e alla messa in scena delle sue opere teatrali, oltre che
all'approfondimento dei misteri teologici. Il poeta morì nel giorno di
Pentecoste del 1681, mentre componeva il dramma eucaristico
La divina
Filotea. L'immensa produzione calderoniana comprende 120 commedie, 80 atti
sacramentali e circa 20 opere minori. ln base agli argomenti tale produzione
può essere suddivisa in due grandi classi: il teatro profano e il teatro
religioso. Il teatro profano comprende diverse commedie storiche:
La figlia
dell'aria (1653), sul mito di Semiramide,
Le armi della bellezza, Il
secondo Scipione, Lo scisma d'Inghilterra, L'assedio di Breda e, migliore
fra tutte,
L'alcalde di Zalamea, sviluppata sul tema dell'onore.
Maggiormente centrate sui temi dell'onore e della gelosia sono parecchie
commedie, tra le quali ricordiamo
A segreta ingiuria segreta vendetta e
Il tetrarca di Gerusalemme. Scrisse anche commedie di cappa e spada:
Prima di tutto la mia dama, Mattine d'aprile e di maggio, La sciarpa e il
fiore, Guardati dall'acqua cheta, La dama folletto e altre. Tra le commedie
cavalleresche ricordiamo
Il castello di Lindabridis, mentre tra quelle
mitologiche
Fetonte, Neppure Amore si salva dall'amore, Eco e Narciso.
Nelle commedie filosofiche si annovera il suo capolavoro
La vita è
sogno, scritta nel 1635, un dramma che ha la capacità di sintetizzare
le idee morali e religiose della Spagna barocca. E ancora
C. scrisse
intermezzi, preludii e operette varie. Il teatro religioso comprende
innanzitutto gli
Atti sacramentali (tra cui
Il divino Orfeo, Il grande
teatro del mondo, La cena di Re Baldassarre, Il sacro Parnaso), veri e
propri capolavori che analizzano il tema del mistero eucaristico attraverso la
personificazione di valori religiosi, in modo da renderli accessibili anche a un
pubblico di estrazione popolare. Suoi sono anche taluni importantissimi drammi,
come
La devozione della Croce, Il mago prodigioso, Il Principe Costante.
Nel teatro di
C., sacro o profano, vive l'anima del popolo spagnolo,
fastosa e miserabile, pia e crudele, primitiva e decadente a un tempo, ma
persuasa di stare al di sopra della comune umanità. I personaggi guardano
sempre alla gloria, alla patria, a Dio, al valore, al sacrificio. Discutono
troppo spesso con sottile spirito gesuitico ed enfatico, vanno sempre alla
ricerca di fatti meravigliosi e di parole peregrine, sicché finiscono col
confondersi tutti in una nebbia convenzionale e astratta. I motivi principali
dei drammi del
C. puntualizzano la lealtà verso il re, verso la
Chiesa, nonché verso l'onore, diventando solo a tratti universali. Un
critico spagnolo ha ben caratterizzato il
C. come "poeta di epoca e di
razza". Poeta grandioso ma calcolato, enfatico e pur freddo, idealista e pur
retore, indagatore profondo dell'Essere e pur giocoliere di antitesi,
C.
resta lo scrittore più significativo della Spagna del 1600: con la sua
morte si chiude il "secolo d'oro" della letteratura spagnola, di cui egli
è senza dubbio uno dei massimi esponenti (Madrid 1600-1681).